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NOZIONI DI OROLOGERIA
(Il cronocomparatore)
Il cronocomparatore è un apparecchio in grado di misurare la marcia istan-tanea di un orologio,
vale a dire di valutare di quanto avanzi o ritardi l'orologio in esame
nel momento stesso in cui viene esaminato ed anche se usato appropriatamente
di rivelare alcuni difetti.
I primi cronocomparatori furono prodotti negli USA sul finire degli anni trenta
e quelli oggi disponibili sul mercato sono quasi tutti di produzione Svizzera,
nazione che iniziò a costruirli negli anni '40 (Vibrograf ).
L'apparecchio si basa sul principio di effettuare un confronto
tra il tempo impiegato da un orologio campione
ed il tempo impiegato da quello in esame per compiere un'alternanza.
Risulta infatti evidente che se l'oroloio in un primo esame
impiega, ad esempio, meno tempo di quello campione per compiere una
alternanza si potrà dedurre che l'orologio esaminato " anticipa ".
Ma vediamo come viene realizzato in pratica questo principio.
Bisogna innanzitutto disporre di un " tempo campione "
(quello impiegato per compiere l'alternanza )
estremamente preciso.
Infatti,in un giorno, un orologio del tipo 18.000 A/h alternanze all'ora
compie 432.000 alternanze.
Se l'alternanza fosse compiuta dal campione
con un errore anche di un solo decimillesimo di secondo
il campione stesso sbaglierebbe di 43,2 secondi al giorno,
e non sarebbe pertanto attendibile.
Solo la vibrazione del quarzo può assicurarci una così. elevata precisione,
ed il quarzo fu appunto utilizzato sin dalla produzione dei primi apparecchi.
Nel cronocomparatore il quarzo controlla tramite un sistema elettronico
la rotazione di un motore in modo tale che quest'ultimo impieghi, per compiere un giro,
il tempo esattamente corrispondente ad una alternanza.
Se l'orologio in esame è un 18.000 A/h il motore dovrà fare un giro in 0,2 secondi
( 3.600 : 18.000 • 0,2" ),
se invece ne avesse 21.600, il motore dovrà fare un giro in 0,165 secondi.
Ora, se montiamo sull'albero di questo motore un disco che abbia una protuberanza
in un punto della sua circonferenza, questa protuberanza passerà davanti
ad un ipotetico indice una volta ogni 0,2 secondi.
Immaginiamo adesso di porre, sopra questo disco,
un nastro stampante (tipo nastro da macchina per scrivere)
un striscia di carta che avanzi con velocità regolare perpendicolarmente al disco
ed un sistema elettromagnetico che pressi il nastro verso la carta ed il disco
ogni volta che la sua prouberanza passa davanti all'ipotetico indice.
Otterremo sulla striscia di carta una successione di segni.
Complichiamo ulteriormente l'apparecchio e facciamo in modo che il sistema elettromagnetico
stampante sia comandato dal rumore (tic-tac ) dell'orologio,
vale a dire che esso scatti, stampando il punto, quando percepisce il tic (o il tac ).
Se il tempo che intercorre tra un tic ed un tac è il medesimo che impiega il disco
otterremo sempre una serie di punti.
Ma se il tempo intercorrente fra un tic ed un tac è
inferiore a quello impiegato dal disco a compiere un giro,
il sistema elettromagnetico scatterà quando il disco stesso
con la sua protuberanza non avrà ancora compiuto l'intero giro
il punto risulterà stampato a destra (se il disco gira in senso antiorario ) e, se ciò si ripete,
avremo una serie di punti forman-
ti una linea inclinata a destra.
I contrario avverrà evidentemente se il tempo intercorrente fra un tic ed un tac
è più lungo del tempo impiegato dal disco per compiere un giro
il risultato sarà che i punti risulteranno stampati secondo una linea inclinata a sinistra,
perchè il disco avrà compiuto, fra il tic ed il tac, più di 360°.
Questa spiegazione a base di tic e di tac puo' far sorridere
ma il fatto è che le cose si svolgono realmente così,
anche se l'apparecchio è ben più complesso e strutturarto in maniera un po' diversa
dalla descrizione forzatamente semplicistica.
In realtà il tempo fra un tic ed un tac corrisponde ad un'alternanza.
Ora se noi immettiamo a mezzo di un microfono ed un amplificatore questo rumore nell'apparecchio
e gli facciamo comandare il già citato sistema elettromagnetico stampante,
faremo un confronto tra la durata di un giro (tempo campione) del disco
e la durata di un'alternanza,
otterremo, sul nastro di carta che scorre, proprio una serie di puntini allineati verticalmente,
se la durata delle alternanze e dei tempi campione coincidono;
inclinati a destra, se le alternanze dell'orologio sono più brevi dei tempi campione (l'orologio anticipa)
ed inclinati a sinistra se la alternanze sono più lunghe dei tempi campione (l'orologio ritarda)
Maggiore sarà l'inclinazione, maggiore sarà la differenza con
il tempo campione, quindi maggiore l'anticipo o il ritardo dell'orologio in esame.
Il microfono, sul quale viene posto l'orologio, percepisce per ogn tic (od ogni tac)
almeno tre rumori distinti e distanti tra di loro un solo centesimo di secondo:
uno è provocato dal bottone del disco che urta contro l'ingresso della forchetta al momento del disimpegno
l'altro, immediatamente successivo, è dovuto all'impulso del dente della ruota di scappamento
sulla leva del l'ancora,
il terzo è quello della caduta del dente sulla leva contrapposta.
Quest'ultimo è anche il rumore più forte.
Vi sono però anche altri rumori meno forti che il microfono può percepire e che,
se regolato opportunamente, l'apparecchio puo' registrare.
Essi sono:
1) il rumore che fa lo stelo dell'ancora quando urta contro la coppiglia di limitazione
2) il rumore di un eventuale sfregamento del bottone del disco sul bordo interno delle corna
3) il rumore di un altro cronocomparatore vicino in funzione
4) può essere percepita anche la vibrazione della spirale.
Con una opportuna regolazione dell'amplificatore alcuni di questi rumori possono essere esclusi
e si può giungere, ma non sempre, al risultato di far registrare all'apparecchio
uno solo di questi rumori se la regolazione dell'amplificatore è tale da far percepire
all'apparecchio solo i rumori più forti, verrà registrato sulla carta solo il rumore più alto.
Se invece la regolazione è tale da far percepire i rumori un poco meno alti
verrà registrato un rumore più basso,
e solo questo, perchè il rumore che segue, anche se più alto non verrà registrato.
Se aumentiamo ancora la sensibilità dell'amplificatore, verrà registrato il rumore più basso.
L'apparecchio registra uno solo dei tre rumori fondamentali.
NOZIONI DI OROLOGERIA
(L'orologio a carica automatica)
Il fatto che l'orologio da polso sia soggetto, per definizione, a continui spostamenti,
ha spinto gli orologiai a riprendere i tenta tivi già a suo tempo effettuati sull'orologio da tasca
per ottenere una ricarica automatica, vale a dire di affidare alla "meccanica"
il compito di mantenere costantemente carica la molla senza un intervento manuale dell'utilizzatore dell'orologio.
La massa pendolare dei vecchi orologi da tasca automatici, che era fissata ad una estremità del movimento,
è qui sostituita da una massa semicircolare più pesante possibile
che ruota sul suo centro geometrico.
Questa massa, che ha la forma di una porzione di volano,
reagisce non solo alla attrazione gravitazionale terrestre (come es senzialmente avveniva negli orologi da tasca)
ma anche agli effetti dinamici dovuti ai movimenti del braccio.
Il primo orologio automatico da polso è dovuto ad un inventore inglese, John Harwood,
che deposito' il suo brevetto in Svizzera nel 1923 e la fabbrica A. Schild S.A.
Ne iniziò la produzione nel 1926, quasi contemporaneamente ad una fabbrica francese,
la Harwood-Blanc pain, che produsse lo stesso tipo di movimento
ma gli assemblaggi fatti in serie richiedevano un gran lavoro di ritocco manuale pezzo per pezzo
(la costanza della qualità risultava scar samente garantita).
L'orologio conobbe un successo momentaneo ma fu presto abbandonato.
Era caratterizzato da una massa oscillante composta da due segmenti anulari fissati concentricamente al movimento
mediante due lamine rinforzate ed imperniate sul centro dell'orologio,
una dal lato dei ponti e l'altra sotto il quadrante.
Due robusti limitatori a tampone
(come quelli dei respingenti dei vagoni ferroviari)
limitavano la corsa della massa oscillante che poteva percorrere un angolo di 130°.
Questa massa trascinava, a mezzo di cricchetti, il meccanismo di ricarica in un solo senso di rotazione,
mentre nell'altro senso la corsa della massa era a vuoto.
La presenza della lamina sotto il quadrante aveva eliminato
la possibilità dell'indicazione dei secondi, non esisteva corona di carica
(la carica iniziale veniva fatta a mezzo di energici scuotimenti inferti all'orologio)
e la messa all'ora si faceva ruotando la lunetta portavetro della cassa.
Dopo questo primo tentativo, ne seguirono altri, tra cui citiamo il Wig-Wag
nel quale lo stesso movimento dell'orologio,
di forma rettangolare, costituiva la massa oscillante che si spostava all'interno della cassa,
parallelamente al suo lato più lungo e caricava il
bariletto per il tramite di ingranaggi.
Un altro tipo ancora, ideato dallo stesso Harwood,
si caricava grazie alla tensione del cinturino che agiva sugli attacchi della cassa,
cinturino che si tendeva per i movimenti della muscolatura del polso.
Ma l'idea originaria di Harwood rimarrà la migliore
e sarà sviluppata e resa praticamente attuabile da Rolex nel 1931 con il suo fa-
moso "Rolex perpetual".
Rolex sostituisce alla massa oscillante limitata nel suo percorso anulare un "rotore",
vale a dire una massa libera di compiere giri completi sul suo asse,
sempre concentrico al movimento, senza i secchi contraccolpi sui "respingenti"
e di essere attiva nei due sensi di rotazione,
anche se la ricarica avviene in un solo senso a mezzo di una dentatura Breguet.
Il rotore, per essere efficace , ha il massimo del suo peso concentrato
alla periferia ed è sovrapposto al movimento relativamente piccolo,
21 mm. dal lato dei ponti, la carica del bariletto avviene a mezzo di
cricchetti circolari che rendono indipendente la carica manuale.
Vi era la lancetta dei secondi al centro "indiretta".
Il tutto era completato dalla prima cassa veramente impermeabile.
Il successivo salto in avanti della tecnologia dell'orologio automatico
può essere ben rappresentato dal "Bidinator" della Felsa (1942).
Il nome sta ad indicare una ricarica automatica totale nei
due sensi di rotazione del rotore.
Ma vi erano altre caratteristiche importanti:
- movimento di dimensioni massime in rapporto a quelle della cassa
(nel Rolex il movimento era notevolmente inferiore ai diametro della cassa)
- un rotore semicircolare sovrapposto al movimento concentrico allo stesso,
e del medesimo diametro del movimento.
- un rotore con anello circolare periferico in metallo
più pesante dell'ottone, con conseguente aumento dell'effetto dinamico
- rotore munito al suo centro di un sistema che permette di staccarlo rapidamente
per esaminare il movimento
(cioè l'apparato che consente di caricare nello stesso senso il bariletto
anche quando il rotore gira in senso contrario)
ad ingranaggi montati su una bascula
questa è un'innovazione semplificativa perchè elimina i cricchetti
con le loro mollette e sfrutta meglio di questi ultimi l'energia dinamica del rotore
- secondi al centro "diretti" che garantiscono una marcia irreprensibile della lancetta
- datario a finestrella.